Tivoli, conosciuta soprattutto per le sue vestigia romane (vedi Villa Adriana), è anche e soprattutto un borgo medievale dominata per lungo tempo dallo Stato pontificio.
Di quest’epoca è la costruzione di Rocca Pia, la maestosa fortezza divenuta il simbolo di Tivoli, che troneggia appena fuori dal vero e proprio centro storico, ma comunque inglobata nella città che nel tempo si è estesa tutt’intorno. Perché si sentì l’esigenza di costruire una fortezza? Chi la costruì e quale fu la sua storia sino ai nostri giorni? È sempre interessante scoprire come certi monumenti ci spiegano pezzi di storia!
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Per cosa si costruiscono, di solito, i castelli o le fortezze? Per proteggersi! Nel Medioevo era così! Ma nel caso di questa fortezza il motivo fu diverso! Andiamo alla sua scoperta!
Tivoli, città dal passato romano, andò nelle mani dei Goti a metà del VI sec. d. C. e divenne successivamente un ducato Bizantino. Nel Medioevo invece fu lacerata da diversi conflitti, con alleanze e sudditanze alterne tra imperatori, papi e famiglie romane (soprattutto Orsini e Colonna). Una Tivoli che desiderava sentirsi indipendente e sottrarsi in questo modo a queste lotte esterne ed interne.
È in questo scenario che Papà Pio II Piccolomini decide di costruire il Castello per ”rammentare” ai Tiburtini, la popolazione locale, che essi erano sudditi dello Stato Pontificio. Da allora infatti, se non per brevi periodi, Tivoli rimase sotto il dominio pontificio.
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La scelta del luogo, la sommità di una collinetta, dove probabilmente già esisteva in precedenza una fortificazione del Barbarossa, non fu casuale. Da lì, infatti, si poteva sia controllare la città dall’alto che evitare eventuali insurrezioni popolari. Era inoltre possibile osservare la principale via di transito, la via Tiburtina, garantendone così la sicurezza.
La Rocca si insediava in un’area urbanisticamente complessa: ad est, dove ora sorge il piazzale Matteotti, si scorgevano i resti di una necropoli databile all’eta del ferro (IX – VI secolo a.C.). Fu in quel periodo che si ebbero i primi insediamenti in questa parte dei Monti Tiburtini. A Nord esisteva un anfiteatro di età romana.
I lavori presero il via nel 1461 e, nella sua realizzazione, parteciparono due allievi del Filarete: gli architetti Niccolò e Varrone. Il materiale da costruzione invece fu, molto probabilmente, l’anfiteatro romano adiacente, la ‘cava’ da cui estrassero buon pietrame. I lavori si protrassero per parecchio tempo se si pensa che la sua definitiva realizzazione si ebbe solo nel 1560, ben 100 anni dopo. Fu un altro Pio infatti, che lo portò a compimento: Papa Pio IV.
Prima che venisse terminato, il Castello vide l’incursione dei Lanzichenecchi (mercenari tedeschi) che, dopo il Sacco di Roma (o il ‘saccheggio’ di Roma), vennero qui e vi entrarono facilmente. Correva l’anno 1527. Fu ancora protagonista nel 1539 quando il Papa allora vigente, Paolo III, approvò la ‘regola’ dei Gesuiti.
A memoria della capitolazione della “Tibur Superbum” (l’antico nome di Tivoli) sul portale d’ingresso Papa Pio II volle porre un’iscrizione: “Grata bonis, invisa malis, inimica superbis sum Tibure: enim sic Pius instituit” (grata ai buoni, invisa ai malvagi, nemica ai superbi, sono per te a Tivoli, poiché così volle Pio).
Ha un’estensione di oltre mille metri quadrati. La Rocca è costituita da quattro torri aventi dimensioni diverse, la più alta raggiunge i 36,50 metri. Sono collegate da alti muraglioni; in vari punti si aprono le bocche da fuoco e lo spessore dei muri delle torri maggiori raggiungeva i sei metri.
Nel XVI secolo, l’area intorno alla Rocca fu utilizzata come riserva di caccia dal cardinale Ippolito d’Este. In seguito la stessa area venne usata dai tiburtini come pascolo, campo da gioco e parco pubblico.
Nel Settecento, Rocca Pia venne occupata dalle truppe austriache e francesi, assolvendo a un nuovo ruolo: quello di caserma. In età napoleonica invece divenne un carcere e così si mantenne sino al 1960.
Il 15 dicembre 2018 è stata, per questo edificio, una giornata storica. Il sindaco di Tivoli ha così commentato l’evento: “…dopo 500 anni la Rocca, invece di essere vista e considerata come un corpo estraneo alla Città torna ad essere il suo cuore pulsante. La Rocca spesso ha costituito nell’immaginario collettivo della comunità tiburtina una sorta di simbolo. Da oggi questo simbolo scende in mezzo alla gente”.
La Rocca Pia è aperta ogni sabato e domenica, dalle ore 10 alle ore 16, con ingresso gratuito. Sono previste visite guidate gratuite ogni 15 minuti, con ultimo ingresso alle ore 15:30.
Buona visita!
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