Il Duomo di Tivoli, che riempie e adorna la piazza, è legato a due elementi: al foro di cui ha preso il posto e al diacono Lorenzo da cui ha preso il nome. Il Duomo di Tivoli infatti altro non è che la Basilica di San Lorenzo Martire. Tra breve vedremo, tra leggende e curiosità, il perché di questo nome.
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La storia del Duomo di Tivoli
Città commerciale per eccellenza, Tivoli vedeva nell’area dell’antico foro romano la sede delle attività economiche e amministrative essendo il foro ben collegato all’antica via di transito Tiburtina Valeria.
Antistante all’area dell’antico foro romano, dove ora sorge la piazza, cuore pulsante di Tivoli allora e oggi, si decise di realizzare il Duomo.
Le sue origini sono assai remote. Una leggenda conferisce la sua costruzione alla volontà dell’imperatore Costantino. Un’altra ne attribuisce la realizzazione al papa tiburtino San Simplicio (468-483 d. C.). Ma si deve arrivare sino al 795 – 816 d. C. per avere la prima conferma storica valida dell’esistenza della chiesa dedicata a san Lorenzo martire. Nel Liber pontificalis, si certifica che papa Leone III arricchì di doni la cattedrale.
Fu ricostruita e modificata nelle classiche forme romaniche tra il XI e il XII secolo, visibili ancora nel campanile esistente, fu per lungo tempo esposta a un grave degrado che solo per volontà del Cardinale e Vescovo di Tivoli nel 1641 terminò.
La ricostruzione di questa cattedrale fu, di fatto, l’evento più importante nel panorama storico-artistico del ‘600 tiburtino.
Il Duomo venne edificato nel 1641 e dedicato nel 1650, poi consacrato solennemente il 27 ottobre 1669. La costruzione riprese lo schema della chiesa gesuita che aveva influenzato notevolmente l’architettura e lo stile religioso dal ‘500.
Curiosità sul Duomo di Tivoli
Chi fu questo santo a cui la Chiesa volle dedicare il più importante edificio di Tivoli?
Lorenzo era un diacono, che si occupava della gestione amministrativa del patrimonio e dei beni della chiesa; aveva a che fare con la finanza e gli affari, e svolse questo compito non solo a Roma, ma anche a Tivoli. Il suo dunque era un ruolo importante nell’attività guida della gestione dei beni della Chiesa.
L’imperatore Valeriano nel 257-258 d. C. ordinò una strage contro i cristiani. L’intento era quello di devastare anche l’assetto economico e sociale della Chiesa romana. In quattro giorni, tra il 6 e il 10 agosto 258, furono trucidati i diaconi ed i presbiteri. Tra questi S. Lorenzo fu condannato alla graticola (anche se esistono dubbi sul fatto che quest’ultima sia stato lo strumento che usarono per metterlo a morte). La sua morte avvenne il 10 agosto e in questo giorno viene ricordato.
Il suo martirio, infatti, impressionò molto la popolazione locale e la figura di S. Lorenzo iniziò ad essere venerata. Divenne presto un riferimento spirituale legato agli aspetti pratici ed economici della vita, un protettore anche dei cuochi e dei rosticceri. Con il tempo diventò patrono di Tivoli, festeggiato ogni anno il 10 di agosto dalla comunità di Tivoli ed a lui fu dedicato il Duomo sorto proprio sui resti del Foro Tiburtino.
Possiamo dire che S. Lorenzo sostituì (o affiancò) il culto di Ercole a cui i Tiburtini si erano da tempo affezionati. Ercole era divenuto protettore delle greggi e dei traffici commerciali e a lui andava il merito della prosperità della città. Tra l’altro anche Ercole morì tra le fiamme, narra la leggenda. Con l’avvento di S. Lorenzo, i popolani avevano un altro patrono a cui affidarsi.
Le ricchezze del Duomo
Il Duomo è pieno di tesori al suo interno ed esterno: la facciata, ad esempio, è in stile barocco abbastanza sobrio, con aggiunta di un portico che custodisce un affresco del XVI secolo che raffigura la Vergine Annunziata.
La torre campanaria, alta quasi 47 m, è datata XI secolo ed ha finestre monofore, bifore e cornici dentellate. La piramide del campanile è di epoca posteriore. Il campanile testimonia l’antica cattedrale, forse un involontario simbolo di conservazione delle radici cristiane e storiche.
Interessante dettaglio: nel campanile trovano posto 4 campane, una delle quali è dedicata ai forestieri, perchè suonava solo in occasione della morte di persone che venivano a visitare la città. Essendo Tivoli da sempre meta di visitatori e stranieri, pellegrini e commercianti, si è voluto omaggiare pure loro.
All’interno della Basilica potrete ammirare gli affreschi che ritraggono il Santo così come sculture che la adornano. L’opera più preziosa però è certamente il Trittico del Salvatore a cui i tiburtini sono particolarmente devoti. La sera del 14 agosto e la mattina del 15 l’immagine viene portata in processione in occasione nella famosa festa dell’Inchinata.
Altra opera importantissima per la storia dell’arte è la Deposizione lignea, realizzata fra il 1220 e il 1230 e quindi testimonianza di un arte antica che conserva tutto il fascino della tradizione cristiana.
Il Duomo di Tivoli, a due passi dalla Villa D’Este,ci racconta parte della storia di questa bella città senza proferir parola e, da parte nostra, è doveroso ascoltare. Buona visita!